Gilberto-Pianezzola

Gibo Pianezzola una delle promesse italiane d’inizio anni novanta definito “il ragazzo d’oro” sulle strade del mondiale fin dal 1989, terzo al Sanremo 1993 gara che poi lo ha laureato campione italiano di quell’anno, un curriculum ricco di soddisfazioni con presenze in gare mondiali sia con la Lancia Delta hf che con altre vetture, amante dei percorsi sterrati ha abbandonato l’attività ad un passo dal professionismo sul finire degli anni 90 dopo una brillante performance ottenuta lungo gli sterrati della Grecia a bordo della Toyota Team Europe.

Il primo incontro con la Lancia Delta dove è stato?
La prima volta mi pare sia stato un Rally di Asiago nel 1989, una vita fa, e non fu felice. Non era propriamente un modello “fresco”. Poi il Bassano dello stesso anno con una Delta come si deve con Lucio Baggio. Era la nostra prima gara con un’auto da assoluto. Fummo secondi dietro a Lucky con un M3.

Cosa ha lasciato in te questa vettura?
Bellissimi ricordi e grandi divertimenti. Era un’auto molto facile da guidare fino all’80% delle sue potenzialità. Per tirar fuori l’ultimo 20% bisognava conoscerla molto bene e avere il coraggio di tener giù anche quando sembrava di “non starci”.

Hai corso con tutte le evoluzioni della Delta quale giudichi la più performante?
L’ultima sicuramente era la più bella. Sia esteticamente che tecnicamente. D’altronde era un’evoluzione delle sorelle precedenti. E poi è quella che mi ha dato maggiori soddisfazioni. Nel 1993, l’anno del campionato, io e Piero vincemmo 5 gare su otto. Due io e tre lui. Ma io ebbi due guasti altrimenti le cose sarebbero potute andare diversamente. Comunque eravamo una bella coppia. Giovani, veloci e amici. Divertente.

Raccontaci la tua più bella gara con la vettura torinese?
Difficile rispondere. Mi viene in mente un Sassari del 92 dove con Lucio vincemmo tutte le prove speciali. Ma anche un Piancavallo dello stesso anno, con Loris però, dove mettevamo le ruote sull’asfalto per la prima volta dopo oltre un anno e sulla prima prova, il Monte Rest, rifilammo 11 secondi a Cunico e 16 a Deila che lottavano per il titolo. E non posso dimenticare il Ciocco 93 sulla neve dove con Loris vincemmo dopo aver perso, per un guasto ai freni e una foratura, due minuti per strada.

Secondo te quale è il giovane italiano su cui puntare e che consiglio daresti?
Non seguo molto i rallies italiani di oggi. Non mi piacciono le auto che corrono adesso. I gruppi N non son auto da corsa per quanto forte possano andare e i Super 2000 possono essere una categoria molto interessante per i giovani. Ma per l’assoluta ci vorrebbero macchine serie, con almeno un centinaio di cv in più.
Mi pare che giovani che lottano per l’assoluta non ce ne siano. Quelli che lottano per la vittoria sono tutti più vecchi di me che ho smesso di correre 13 anni fa!
Dare consigli è comunque molto difficile. Questo è uno sport molto costoso e per quanto forte tu vada, in Italia, è davvero difficile emergere se non hai soldi. Tuttavia continuo a pensare che se uno ha dei soldi da spendere è inutile perdere tempo in Italia. Va bene un paio d’anni per imparare ma poi si deve avere il coraggio di correre all’estero. Magari meno gare, ma internazionali.

Se non sbaglio possiedi una Delta gara in garage che ne pensi di tornare in gara magari al Legend?
Sbagli, sbagli. Non possiedo una Delta gr. A (quella si che era una macchina da corsa). Voglia di fare una gara ne avrei anche e il legend penso sia una bellissima festa. Chissà.

Inviato da Antonio Arcese il 23/7/2009 18:10:25

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